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2024-04-11 (Y-m-d)

Naufragio nell\' area Sar di Malta, nove le vittime. I cadaveri e i superstiti sono stati trasferiti a Lampedusa.



Area Sar di Malta


Sono 23 i sopravvissuti al naufragio, sono arrivati a Lampedusa con la Guardia Costiera. Sono invece 15 i dispersi tra cui tre minorenni.

Fonti notizia




2024-02-04 (Y-m-d)

Morti e dispersi nel naufragio di una imbarcazione diretta in Sardegna, affondata al largo dell\'Algeria



Mare dell'Algeria


Nel naufragio di un'imbarcazione di migranti avvenuta al largo delle coste della provincia di Skikda, nell'Algeria nord-orientale, sono morte quattro persone e sei sono ritenute disperse. L'imbarcazione era diretta verso la Sardegna. Lo riferiscono i media locali algerini, tra cui il sito web di notizie Ennahar Online.

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2024-02-04 (Y-m-d)

Si suicida un ragazzo della Guinea chiuso da 8 mesi in un Cpr, prima a Trapani e da una decina di giorni a Roma.



Cpr di Ponte Galeria (Roma, Italia)


Rinchiuso da otto mesi, prima a Trapani, poi a Roma, in strutture sovraffollate, Ousmane Sylla non ha resistito. In carcere senza aver commesso alcun reato. Detenzione amministrativa, la chiamano, in vista del rimpatrio per gli irregolari come lui. Il ragazzo di 22 anni, con il nuovo decreto Cutro, sarebbe dovuto rimanere chiuso in un Cpr per altri dieci mesi. Aveva chiesto aiuto, ormai disperato, si è impiccato alle sbarre della sua cella.

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2023-12-16 (Y-m-d)

Dispersi in un naufragio al largo della Libia almeno 61 migranti



Largo delle coste delle Libia


61 migranti risultano dispersi, probabilmente morti, dopo il naufragio di un gommone che trasportava a bordo 86 persone. Il naufragio è avvenuto al largo delle coste della Libia, l'imbarcazione era partita da Zuara. La notizia arriva dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) su X.

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2023-09-25 (Y-m-d)

“La memoria degli oggetti”, la mostra fotografica che ricorda la prima strage di Lampedusa



Milano


Una terribile strage nel Mediterraneo: la testimonianza e il ricordo del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, nel quale hanno perso la vita 368 persone di origine etiope ed eritrea, è il tema di in una mostra di fotografie e oggetti, al Memoriale della Shoah di Milano, dal 26 settembre al 31 ottobre . Un progetto curato da "Zona" e "Carta di Roma", da Paola Barretta, Imma Carpiniello, Valerio Cataldi, Adal Neguse e Giulia Tornari con le fotografie di Karim El Maktafi, “La memoria degli oggetti” racconta la terribile strage avvenuta al largo di Lampedusa attraverso testimonianze e oggetti delle vittime, per dare dignità e valore alla vita e costruire una memoria condivisa sul tema delle migrazioni.

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2023-08-22 (Y-m-d)

Diciotto corpi carbonizzati forse di migranti sono stati ritrovati nella foresta di Dadia (Grecia).



Grecia


Diciotto corpi carbonizzati di migranti, secondo la stampa greca, sono stati ritrovati nella foresta di Dadia, nel nord-est della Grecia, nella regione della Tracia vicino al confine con la Turchia: in questa zona, ieri si erano propagate le fiamme di un incendio scoppiato quattro giorni fa nei pressi della città portuale di Alexandroupolis.

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2023-08-11 (Y-m-d)

Almeno 6 morti per il naufragio di un barcone di migranti che si rovescia nella Manica.



acque al largo di Sangatte (Canale della Manica)


Almeno 6 morti per il naufragio di un barcone di migranti che si rovescia nella Manica.

È salito a sei morti il bilancio del naufragio della notte scorsa di un barcone pieno di migranti che si è rovesciato nel Canale della Manica.

Continuano le ricerche dei passeggeri ritenuti dispersi (da 5 a10), mentre finora  sono state tratte in salvo 55 persone.



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2023-08-06 (Y-m-d)

Undici morti e oltre 40 dispersi in un naufragio al largo della Tunisia [aggiornamento 09/08/2023] Quarantuno migranti sono morti per il naufragio della loro imbarcazione



Sfax (largo delle coste tunisine)


Undici migranti provenienti dall'Africa sub-sahariana sono morti mentre altri 44 risultano dispersi, dopo il terribile naufragio avvenuto nella fine della settimana al largo delle coste tunisine di fronte a Sfax. La notizia è stata diffusa dalle autorità di Tunisi. [aggiornamento 09/08/2023] Quarantuno migranti sono morti per il naufragio della loro imbarcazione, salpata da Sfax in Tunisia: l'imbarcazione si è ribaltata ed è affondata durante la navigazione nel canale di Sicilia. Hanno raccontato questa ennesima tragedia i quattro sopravvissuti, tre uomini e una donna, che sono stati salvati dalla motonave Rimona che li ha trasbordati sulla motovedetta Cp327 della Guardia costiera. I 4 naufraghi, originari di Costa d'Avorio e Guinea Konakry sono poi stati sbarcati a Lampedusa.

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2023-07 (Y-m)

Trovati i corpi di 901 migranti annegati tra il primo gennaio e il 20 luglio 2023.



Tunisia


Tra gennaio e luglio 2023 sono stati recuperati al largo delle coste tunisine i corpi di 901 migranti morti annegati.

267 erano cittadini stranieri mentre gli altri non sono stati identificati.

Questo è quanto ha detto in Parlamento il ministro dell'Interno tunisino, Kamel Feki.



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2023-07-27 (Y-m-d)

Migranti: un giudice federale blocca il nuovo regolamento.



Stati Uniti


Stati uniti. Accolto il ricorso dell'American Civil Liberties Union: la nuova norma non rispetta la legge americana e viola i diritti dei richiedenti asilo.

Un giudice federale ha bloccato la nuova norma per i richiedenti asilo voluta dall’amministrazione Biden e che consente alle autorità di negare l’asilo politico ai migranti che arrivano al confine tra Stati Uniti e Messico senza avere già fatto una domanda online o aver richiesto asilo in un paese che hanno attraversato.



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2023-07-27 (Y-m-d)

Barca con oltre 60 migranti affondata a 300 metri dalla costa di Dakhla in Marocco



costa di Dakhla, in Marocco, di fronte alle Canarie


Una barca che trasportava oltre 60 migranti è affondata a 300 metri dalla costa di Dakhla, in Marocco, vicino alle Canarie.

Questo è quanto viene riferito dal quotidiano Assabah.

Il mare era agitato ed è stato fatale per molti dei migranti in mare: una quarantina di migranti è riuscito a salvarsi mentre altri 20 risultano dispersi. Sono stati recuperati finora sette cadaveri dagli stessi sopravvissuti e portati a riva. I migranti sono quasi tutti originari della provincia di Kenitra, a qualche chilometro da Rabat e stavano cercando di raggiungere la Spagna con la barca. 



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2023-07-26 (Y-m-d)

Almeno cinque morti in un naufragio di una imbarcazione diretta alle Isole Canarie



Marocco


Almeno cinque migranti sono morti in un naufragio di una barca diretta alle Isole Canarie proveniente dal Marocco

Il tragico incidente si aggiunge a una serie di morti tra i giovani donne e uomini della regione Khenifra in fuga dalla disoccupazione, dalla miseria e dall'oppressione: il fatto è stato riferito dall’ufficio dell’Associazione marocchina per i diritti umani della provincia di Khenifra, viene detto che le vittime provengono dalla periferia di Tighassaline e che il bilancio potrebbe aggravarsi.



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2023-07-13 (Y-m-d)

Un bambino di 4 anni morto tra i 50 soccorsi in mare.



Al largo della Sicilia


Era partito con la madre su una imbarcazione di fortuna in rotta verso Lampedusa: il naufragio è avvenuto al largo delle coste siciliane.

Il piccolo non ce l'ha fatta, come potrebbe essere accaduto anche ad altri passeggeri dell'imbarcazione naufragata, il suo corpo senza vita è stato raccolto e portato assieme ad altre decine di migranti, tra i quali la madre, sulla nave Dattilo della guardia costiera che è poi arrivata al Porto di Reggio Calabria con circa 800 persone a bordo, la maggior parte dei qulai era proveniente dall'hotspot dell'isola siciliana.



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2023-07-10 (Y-m-d)

Barca scomparsa più di una settimana fa con 200 migranti a bordo individuata al largo delle Canarie



Largo delle Canarie


Il peschereccio era salpato da Kafountine, città del Senegal. A bordo ci sarebbero almeno 200 persone e molti bambini.

I soccorritori spagnoli hanno individuato al largo delle Isole Canarie una imbarcazione che trasportava almeno 200 migranti africani scomparsa da più di una settimana. Così lo riferisce la Bbc.   

Le autorità spagnole erano impegnate nelle ricerche di una imbarcazione dispersa dopo che era stato dato l'allarme dall'associazione umanitaria Walking Boarders. L'imbarcazione sarebbe partita il 27 giugno da Kafountine, nel Senegal, a circa 1700 chilometri di navigazione da Tenerife, capoluogo delle Canarie.



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2023-07-09 (Y-m-d)

Un morto e 10 dispersi per un naufragio al largo della Tunisia



Largo della Tunisia


Secondo Sfax si è verificato un naufragio di un barcone di migranti al largo della Tunisia, durante la traversata verso l'Italia: nel naufragio vi sarebbe almeno un morto mentre risulterebbero 10 le persone disperse, la guardia costiera ne avrebbe tratte in salvo 11.

Secondo le informazioni date da Reuters l'imbarcazione era partita dalla costa di Zarzis.



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2023-06-23 (Y-m-d)

Barcone di 50 migranti alla deriva



Mediterraneo, acque internazionali


Barcone di 50 migranti alla deriva. Altri 40 risultano dispersi tra Sfax e Lampedusa (Alarm Phone)

Un barcone con 50 migranti partito dalla Libia è alla deriva nel Mediterraneo centrale in acque internazionali. E' l'allarme lanciato da Alarm Phone.

"Siamo appena stati chiamati. Sono disperati e stanno aspettando i soccorsi. L'acqua sta entrando nella barca. La situazione è critica. Esortiamo tutte le autorità competenti: non lasciateli annegare!", è l'appello della ong su Twitter.



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2023-06-21 (Y-m-d)

Due migranti morti nel naufragio sulla rotta per le Canarie



Rotta per le Canarie


Almeno due migranti sono morti nel naufragio sulla rotta per le Canarie.

Almeno due persone, tra cui un minorenne, sono morte in seguito al naufragio di un'imbarcazione. Lo ha reso noto il servizio di soccorso marittimo spagnolo. Tra i 60 passeggeri vi sarebbero 24 superstiti all'incidente, sono stati assistiti dalle autorità marocchine. Oltre 30 persone sarebbero attualmente disperse.

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Caminando Fronteras e Alarm Phone denunciano 39 morti su un barcone ribaltatosi lungo la rotta Canaria: «Soccorsi in ritardo». Il secondo episodio a Lampedusa: salvati in 44, tre i dispersi [il manifesto]



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2023 (Y)

Lutto universale: serve immediatamente un programma mondiale di ricerca e salvataggio dei migranti



MONDO


Lutto universale.

Serve immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio. Uno strumento pubblico che impedisca le stragi, pattugliando il Mediterraneo per rintracciare le imbarcazioni in pericolo e metterle in sicurezza



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2023-06-14 (Y-m-d)

Peschereccio con a bordo forse 750 persone capovolto a Pylos



Sudovest di Pylos, Grecia


Imbarcazione di Migranti naufraga al largo della Grecia

Finora sono 78 le vittime del tragico naufragio

Soccorse almeno 104 persone. Il peschereccio partito dalla Libia si è capovolto 47 miglia a sudovest di Pylos. A bordo un numero imprecisato di persone.

Il peschereccio che si è ribaltato era lungo 30 metri e aveva a bordo almeno 400 persone. Salpato da Tobruch, in Libia era diretto in Italia. Finora sono stati soccorsi 104 migranti mentre stanno continuano le ricerche dei dispersi.

"Secondo le dichiarazioni delle persone che si trovavano a bordo, il numero dei passeggeri era di 750: temiamo che purtroppo il numero dei morti salirà di molto", ha dichiarato il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas, al sito di Kathimerini, a proposito del naufragio del peschereccio avvenuto a 47 miglia nautiche a sud-ovest di Pylos.

[Da ilfattoquotidiano.it ] [..] Anche un aereo dell’agenzia europea Frontex aveva avvistato il peschereccio intorno a mezzogiorno di ieri e “successivamente da due motovedette, senza richiedere assistenza”, racconta la Guardia costiera greca: i “migranti hanno poi rifiutato qualsiasi assistenza e hanno dichiarato di voler proseguire il viaggio verso l’Italia”, sostengono i greci. Ma, in un comunicato, Alarm phone smentisce questa ricostruzione sostenendo che la Guardia costiera ellenica era “stata allertata alle 16.53” così come “le autorità greche e le altre europee”.

Quindi “erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata” ma – denuncia il centro che si occupa di ricevere le telefonate di soccorso – “non è stata avviata un’operazione di salvataggio”, mentre “la Guardia Costiera ellenica ha iniziato a giustificare il mancato soccorso sostenendo che le persone in difficoltà non volevano essere soccorse in Grecia”. Sarebbero state così perse – è la lettura di Alarm phone – ore cruciali, fino al naufragio, con le operazioni di soccorso ed il recupero di 104 persone portate in salvo a Kalamata dallo yacht Mayan Queen IV, con bandiera delle Cayman. Alexiou spiega che i soccorritori continuano “a operare al largo di Pylos e continueranno a farlo anche di notte, con l’assistenza del C-130 dell’Aeronautica Militare”. Le speranze di trovare superstiti, però, si affievoliscono ogni ora che passa.



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2023-06-04 (Y-m-d)
Bordighera (lungomare Argentina), Italia


Trovato sulla spiaggia il corpo di un uomo, è un migrante

l corpo di un uomo è stato trovato a Bordighera, sulla riva del lungomare Argentina. Si ipotizza che potrebbe trattarsi di un migrante. Indossava un giubbotto nero, jeans, scarpe per la ginnastica. Si ipotizza che sia morto annegato a Ventimiglia e il corpo sia stato trascinato dalle correnti. Dallo stato del cadavere il decesso potrebbe risalire ad alcuni giorni precedenti.

Si tratterebbe di uno straniero, probabilmente un migrante tra i 25 e i 30 anni.



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2023-05-24 (Y-m-d)
Il natante è partito dalla Cirenaica e si trova in zona Sar maltese


500 PERSONE A BORDO DI UN NATANTE CHE STA GIÀ IMBARCANDO ACQUA: LA CORSA CONTRO IL TEMPO DELLA NAVE LIFE SUPPORT DI EMERGENCY. [24/05/2023]

Cinquecento persone a bordo di un natante che sta già imbarcando acqua, con a bordo 45 donne, tra cui diverse in stato di gravidanza, e 56 bambini, uno nato la scorsa notte: questa la situazione dell’imbarcazione verso cui la Life Support di EMERGENCY si sta dirigendo in queste ore. Nonostante la gravità della situazione, nessuna autorità ha risposto finora alla richiesta di coordinamento dei soccorsi.

Il natante, partito giorni fa dalla Cirenaica, si trova in zona Sar maltese [24/05/2023]. Arriveremo verso le 22 di questa notte – commenta Albert Mayordomo, capomissione della Life Support –. Stiamo navigando al massimo della velocità da quando Alarm Phone ha segnalato il caso, ieri. È una vera e propria corsa contro il tempo, nel tentativo di salvare la vita a più persone possibili”.

Il natante si trova in zona di ricerca e soccorso maltese. Così come previsto dalle convenzioni marittime, EMERGENCY si è rivolta alle autorità di Malta per richiedere il coordinamento dei soccorsi. Da ieri Malta non sta rispondendo alle nostre comunicazioni scritte e i numeri delle autorità maltesi competenti risultano non funzionanti e non raggiungibili. EMERGENCY ha inoltrato la sua richiesta anche alle autorità italiane: il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo ha risposto che il caso è di competenza maltese.
L’assenza di coordinamento da parte delle autorità è una violazione del diritto del mare, così come dei diritti umani, gravissima: ci sono 500 persone, probabilmente in fuga dagli abusi in Libia e da Paesi in guerra, che rischiano la vita in mare – prosegue Albert Mayordomo –. Chiunque ha diritto ad essere salvato, indipendentemente dai documenti e dalla nazionalità che possiede”.

Migranti: Emergency, “nessuna notizia dell’imbarcazione in pericolo con 500 persone nell’area di ricerca e soccorso maltese” [25/05/2023]

Non si hanno notizie dell’imbarcazione in pericolo nell’area di ricerca e soccorso maltese che la nave Life Support di EMERGENCY stava andando a soccorrere.

Il natante, che si era messo in contatto con la ONG Alarm Phone già da due giorni, ha a bordo 500 persone, tra cui almeno 45 donne, anche in stato di gravidanza, e 56 bambini, di cui uno nato durante la navigazione. I dettagli sono stati comunicati dai passeggeri dell’imbarcazione ad Alarm Phone tramite telefono satellitare.

Così come previsto dalle convenzioni marittime, EMERGENCY ha chiesto alle autorità competenti di Malta e Italia di coordinare i soccorsi, ma le autorità hanno rifiutato di condividere qualsiasi informazione.

[aggiornamento da https://www.emergency.it/comunicati-stampa/migranti-emergency-respingimento-di-500-persone-a-bengasi-coordinato-per-procura-da-malta/]

[..] Alarm Phone, EMERGENCY, SOS Méditerranée e Humanity 1 hanno ripetutamente contattato le Autorità italiane e maltesi per chiedere informazioni sulla sorte dell’imbarcazione scomparsa. Il timore che le 500 persone potessero essere state intercettate e rimpatriate con la forza in Libia ha cominciato a crescere. Questi timori sono stati confermati la mattina del giorno successivo: le 500 persone non erano state soccorse! Al contrario, erano state trainate a rimorchio – per oltre 160 miglia nautiche, ovvero più 300 chilometri – fino al porto libico di Bengasi. Un respingimento illegale, una vera e propria deportazione, coordinata da RCC Malta. Secondo i parenti, le 500 persone sono state condotte in una prigione di Bengasi.
Invece di soccorrere, e sbarcare in un luogo sicuro, le persone che hanno cercato di fuggire dalle violenze estreme che subiscono i migranti in Libia, l’Autorità di uno Stato membro dell’Unione Europea – ovvero RCC Malta – ha deciso di organizzare per procura un respingimento collettivo in mare, costringendo 500 persone ad attraversare oltre 300 km per arrivare in una prigione libica. Inoltre, essendo la sistematica omissione di assistenza in mare da parte di Malta, all’interno della zona SAR di propria competenza, nota da tempo, le Autorità italiane avrebbero dovuto mobilitare i soccorsi per proteggere 500 vite e garantire il loro sbarco in un luogo sicuro. [..]



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2023-05-18 (Y-m-d)
centro di custodia in Texas (USA)


[RaiNews] Migranti, muore bimba di 8 anni: si trovava in un centro di custodia in Texas
Una bambina di 8 anni è morta mercoledì mentre si trovava in custodia della polizia di frontiera in Texas. L'episodio è avvenuto in un centro di custodia nella città di confine di Harlingen, nella Rio Grande Valley, vicino al Golfo del Messico. Lo hanno riferito le autorità della US Customs and Border Protection. La bambina ha avuto "un'emergenza medica" ed è stata portata in un vicino ospedale, "dove è stata dichiarata morta", afferma la nota dell'autorità Usa, che non ne ha reso noto la nazionalità né fornito ulteriori informazioni su quanto accaduto. Sul caso è stata aperta un'indagine.

[LAPRESS][..] La polizia di frontiera aveva in custodia 28.717 persone il 10 maggio, il giorno prima della scadenza delle restrizioni sull’asilo legate alla pandemia, il doppio rispetto a due settimane prima, secondo una dichiarazione del tribunale. Entro domenica, il numero era sceso del 23% a 22.259, ancora insolitamente alto. Il tempo medio di permanenza di domenica è stato di 77 ore, cinque ore in più rispetto al massimo consentito dalla politica dell’agenzia.

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2023-05-13 (Y-m-d)
Florida (USA)


Migrante 17enne dell’Honduras muore in Florida È il primo minorenne migrante a morire mentre era in custodia del governo da quando si è insediata l’amministrazione Biden. 17enne, non accompagnato, Ángel Eduardo Maradiaga Espinoza veniva dall’Honduras ed è stato trovato in stato di incoscienza il 10 maggio in un centro per migranti in Florida, e poi dichiarato morto all’ospedale. Ieri l’amministrazione Biden ha annunciato che sono in corso delle indagini per chiarire le cause del decesso, di cui è emersa la notizia proprio nella giornata di venerdì in cui negli Usa decadeva il Titolo 42 e migliaia di migranti hanno cercato di attraversare il confine. [Il Manifesto] Ángel Eduardo aveva 17 anni e sono ignote le cause del decesso. La madre: "Voleva vivere il sogno americano, quando è partito da qui stava bene". Pochi giorni prima di morire aveva sentito la famiglia al telefono [Rai News]

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2023-04-30 (Y-m-d)
area Sar italiana


Una bambina di quattro anni è rimasta vittima durante un viaggio di migrazione verso l'Italia attraverso il Mediterraneo.
La piccola è caduta in mare ed è annegata quando il barchino, sul quale si trovava assieme ad altre 34 persone, è stato assaltato dall'equipaggio di un peschereccio tunisino per rubare il motore dell'imbarcazione di ferro della lunghezza di 7 metri, partita da Sfax.
Il corpo non è stato recuperato.
Il fatto è successo in area Sar italiana. L'imbarcazione è stata successivamente soccorsa dalla Guardia costiera italiana e dalla Guardia di finanza italiana.

Un peschereccio tunisino si sarbebbe avvicinato all'imbarcazione dove, la bambina e altri 34 passeggeri, viaggiava verso le coste italiane, urtando il natante nel tentativo di rubarne il motore. Nello scontro la bambina sarebbe caduta in acqua annegando e trovando la morte. Al momento il corpo non è stato ancora rinvenuto. A raccontare l'episodio sono state le altre persone presenti sul barchino (4 uomini, 27 donne e 3 minori), provenienti da Burkina Faso, Costa d'Avorio, Guinea e Sierra Leone, che hanno inoltre comunicato di avere pagato 2mila dinari per la traversata cominciata alle 4 di giovedì mattina da Sfax, in Tunisia. I 34 migranti sono poi sbarcati al molo Favaloro di Lampedusa. Nelle prossime ore gli adulti verranno ascoltati dai poliziotti della squadra mobile che sono in servizio all'hotspot, che proveranno a fare chiarezza sull'accaduto.

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2023-04-25 (Y-m-d)
Largo della Libia


L'Organizzazione internazionale per le migrazioni: barcone partito dalla città di Garabouli con a bordo 60 persone, tra cui donne e bambini. Almeno 55 migranti sono morti annegati in un naufragio al largo delle coste libiche avvenuto ieri. Cinque sopravvissuti sono stati recuperati dalla Guardia costiera libica, si legge in un tweet dell'agenzia dell'Onu. Il barcone sarebbe partito dalla città di Garabouli con a bordo 60 persone, tra cui donne e bambini.

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2023-03-30 (Y-m-d)
Ciudad Juarez (centro di detenzione), stato messicano di Chihuahua (Messico)


39 migranti morti bruciati al confine tra Messico e Usa In un centro di detenzione le persone, chiuse a chiave, sono state intossicate dai fumi di un incendio. Una frontiera, simbolo del sogno americano, dove carovane di messicani, honduregni e venezuelani cercano di arrivare negli Stati Uniti. In Messico muoiono 39 migranti nel centro di detenzione di Ciudad Juarez, chiusi a chiave, sono stati intossicati dai fumi di un incendio. Nel penitenziario che si trova nella periferia nella città del Nord, simbolo del sogno americano, dove carovane di messicani, honduregni e venezuelani in cerca di una nuova vita risalgono un immenso continente, l’incendio è il tragico epilogo di un lungo viaggio. Sono 8 le persone indagate di omicidio doloso, agenti di polizia pubblica e appartenenti ad agenzie di sicurezza privata; un video mostra che durante l’incendio non aprono i cancelli per far uscire i migranti. La notte del 27 marzo oltre ai 39 morti, 29 persone sono rimaste ferite a causa del fuoco divampato nel centro di detenzione dell'Istituto Nazionale delle Migrazioni (INM) nello stato di Chihuahua. I feriti sono stati trasferiti in quattro ospedali della zona in condizioni "anche gravi", secondo le cronache locali. Il numero dei feriti è ancora incerto, si pensa che oltre che dal Guatemala 13 persone venivano dall'Honduras, dal Venezuela, 12 da El Salvador; una persona dell'Ecuador e uno dalla Colombia. I migranti erano stati arrestati quello stesso lunedì da agenti dell'INM per presunti disordini sulle strade ed erano rinchiusi in diverse celle sul lato sinistro dell'edificio che dipende dal governo federale messicano. Intorno alle 21:30 è scoppiato l'incendio, un evento che ha evidenziato la precaria condizione di sicurezza per i detenuti. “Non hanno mai aperto loro la porta”, ha detto Vinagly Infante, una migrante venezuelana che si trovava alle porte del centro dove era detenuto il marito.

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2023-02-26 (Y-m-d)

Naufragio di Cutro



Coste della Calabria


Un barcone, che trasportava secondo alcune testimonianze anche 180 persone in arrivo da Iran, Pakistan e Afghanistan, non ha retto al mare molto agitato e si è schiantato contro gli scogli a pochi metri dalla costa di Steccato di Cutro.


All'16 aprile il bilancio era di 94 morti accertati, oltre a un numero imprecisato di dispersi. Secondo i rapporti ufficiali 34 vittime sono uomini, 26 sono donne e 34 minori; di questi 21 sono maschi e 13 femmine (31 sotto i 14 anni e 3 sopra i 14 anni). Al 24 marzo 78 salme erano state trasferite: 43 in Afghanistan, 11 in Germania, 14 a Bologna, 1 è stata sepolta a Crotone, 1 in Finlandia, 6 in Pakistan, 1 in Iran, 1 Tunisia. Restavano da trasferire 11 salme, di cui 7 non identificate (4 adulti e tre bambini); tra le quattro identificate, due non erano state reclamate (una delle quali di un neonato), le altre due invece erano in procinto di essere trasferite in Palestina ed Afghanistan. Il 16 aprile sei salme non identificate o non reclamate sono state sepolte a Cutro, il cui Sindaco aveva dato la disponibilità per riservare uno spazio a un cimitero musulmano.

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2023-02-14 (Y-m-d)
Qasr Al-Akhyar, a circa 75 chilometri (46 miglia) a est della capitale, Tripoli


73 persone sono morte annegate in un naufragio al largo della Libia.

Lo ha riferito il portavoce dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (OIM), Flavio Di Giacomo.

Si parla anche di 62 dispersi. Finora quello che si sa è che la barca con a bordo 80 persone era partita da Qasr Al-Akhyar, a circa 75 chilometri (46 miglia) a est della capitale, Tripoli, e si stava dirigendo verso l'Europa.

Stando a quanto riportato dal portavoce dell'OIM 11 corpi sono stati recuperati dalla Mezzaluna Rossa libica e dalla polizia locale.

La stessa agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni ha anche affermato che i "sette sopravvissuti sono tornati sulle coste libiche in condizioni estremamente gravi e sono attualmente in ospedale".

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[www.jagonews24.com]

Barca capovolta nel Mar Mediterraneo, paura della morte di 73 migranti

Barca capovolta nel Mar Mediterraneo, paura della morte di 73 migranti
Scarpe di migranti morti dopo che la loro barca è affondata nel Mediterraneo al largo di Qasr al-Akhiya, Libia, 14 febbraio 2023

Molti migranti annegano dopo che un gommone si è ribaltato nel Mar Mediterraneo al largo della costa libica. Le autorità hanno finora recuperato i corpi di 11 persone. Almeno 73 migranti rimangono dispersi e si teme siano morti, ha dichiarato mercoledì l'agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni OIM.

La barca era carica di 80 migranti. La barca sarebbe partita per l'Europa dal villaggio di Qasr al-Akhiyar, a 80 chilometri dalla capitale libica Tripoli.

Il portavoce dell'OIM Safa Mcehli ha detto che uno degli 11 corpi recuperati era una donna. Non è ancora noto se tra i morti vi siano dei bengalesi.

In un video condiviso online dai funzionari del villaggio di Qasr al-Akhiya, i funzionari della Mezzaluna Rossa libica sono stati visti trasportare corpi che erano volati via. Il filmato mostra anche un gommone naufragato che galleggia. Tuttavia, non è chiaro cosa sia successo alla barca.

L'OIM ha affermato che i sette passeggeri della barca sono riusciti a raggiungere a nuoto il lago e sono in condizioni critiche. Sono stati portati d'urgenza in ospedale.

In un altro video diffuso dalle autorità, si può sentire un migrante sopravvissuto dire che la maggior parte dei migranti della barca era morta. I passeggeri della barca hanno pagato ciascuno dai tre ai cinquemila dollari USA (da tre a cinque lakh taka) ai contrabbandieri.

Secondo l'OIM, la rotta del Mediterraneo è una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. La Libia devastata dalla guerra è diventata un hub per i migranti. L'Italia dista solo 290 km via mare.

Di conseguenza, la Libia è diventata uno dei centri di immigrati provenienti da vari paesi, compresi i paesi dell'Africa subsahariana. Anche molti immigrati dal Bangladesh scelgono questa strada.

Martedì scorso, l'organizzazione di soccorso Ocean Viking ha salvato 84 migranti da un'altra barca. SOS Mediterranean ha dichiarato che 58 dei migranti soccorsi erano minori non accompagnati.

Fonte: InfoMigrants



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2022-12-31 (Y-m-d)
Rio Grande, fiume che divide il Texas e il Messico


Nel 2022 sono morti più di 800 migranti che tentano di attraversare il fiume che divide il Texas e il Messico conoscuto, sul versante americano, come Rio Grande. Dalla parte del Messico ha un nome diverso: El Río Bravo, "il fiume arrabbiato" o "il fiume feroce". Non tutte le morti dei migranti avvengono per annegamento, altre centinaia di migranti muoioni a causa del caldo estremo nel tentativo di attraversare il confine in zone remote oppure nascosti nel retro di rimorchi soffocati dal caldo e/o dalla mancanza di aria.

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2022-08-10 (Y-m-d)
Isola greca di Karpathos, Mar Egeo sudorientale


Sarebbero almeno 50 i migranti che risultano dispersi nel naufragio di un'imbarcazione al largo dell'isola greca di Karpathos, nel Mar Egeo sudorientale. A bordo c'erano circa ottanta persone e le ricerche per i dispersi continuano. Il barcone era partito dalla costa turca e sarebbe stato diretto in Italia. I tratti in salvo secondo AFP (Agence France-Presse) sono "afgani, iracheni e iraniani". Finora la Guardia costiera greca ha tratto in salvo 29 persone, ma le ricerche continuano perchè, secondo le loro dichiarazioni, sulla barca c'erano tra le 20 e le 50 persone", ha dichiarato Nikos Kokalas, il portavoce della Guardia costiera greca. Le ricerche sono ostacolate dai forti venti, ha dichiarato . L’imbarcazione affondata era salpata dalla città' turca di Antalya ed era diretta in Italia. I soccorritori hanno riferito che "molti dei naufraghi non indossavano giubbotti di salvataggio". La pericolosa traversata di poche miglia nautiche tra le isole greche e la costa turca nel Mar Egeo, situato nel Mediterraneo orientale, costa la vita a molti migranti e rifugiati che cercano di raggiungere l'Europa a bordo di imbarcazioni di fortuna per fuggire da guerre e miseria.

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2022 (Y)
Spagna, rotta delle Canarie, Stretto di Gibilterra, Mare di Alboran, rotta dall’Algeria


Quasi 1.000 migranti sono morti durante i primi sei mesi del 2022 nel tentativo di raggiungere le coste della Spagna attraverso il confine meridionale. Lo rivela un rapporto dell’ong spagnola Caminando Fronteras monitorando il primo semestre del 2022. Tra i morti vi sono 118 donne e 41 bambini. I mesi di gennaio e di giugno sono stati i più letali.

La maggior parte delle vittime è morta sulla rotta delle Canarie (800), altre 2 nello Stretto di Gibilterra, 35 nel Mare di Alboran e 101 sulla rotta dall’Algeria. L’87,83% delle vittime è scomparso in mare e i loro corpi non sono stati recuperati.

In totale, 18 barche sono scomparse e vi sono stati 44 naufragi che, secondo Caminando Fronteras, sono avvenuti, soprattutto perché i mezzi di ricerca e di soccorso non sono stati attivati ​​​​o non sono stati inviati rapidamente, a causa della mancanza di coordinamento tra Spagna e Marocco.



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2022-06-26 (Y-m-d)
San Antonio (Texas)


50 persone sono state trovate morte all'interno di un camion abbandonato a San Antonio, in Texas. Vi sono anche 16 feriti, tra cui quattro bambini, alcuni in condizioni critiche. In quella zono da giorni le temperature superano i 39 gradi. Le autorità di Messico, Guatemala e Honduras hanno confermato che tra le vittime vi erano cittadini dei loro paesi. Secondo un rapporto del 2020 dell'ufficio del presidente guatemalteco, l'84% degli abitanti di Nahualá vive in povertà e il 13% vive in condizioni di estrema povertà. La maggior parte delle famiglie non vive in condizioni di sovraffollamento e il 99,37% delle abitazioni sono case unifamiliari, secondo l'Istituto nazionale di statistica del paese. Le persone che cercano di entrare nel paese in questo modo di solito pagano ai contrabbandieri tariffe superiori a $ 12.000 per farli attraversare il confine tra Stati Uniti e Messico. La strage di San Antonio è una delle peggiori della storia americana. Nel 2003 diciannove migranti furono trovati morti in un camion in Texas: l'autista del mezzo aveva chiesto 7.500 dollari a persona per il “passaggio” e non aveva mai acceso l'aria condizionata, tanto che all'interno del camion le temperature avevano superato i 70 gradi. Nel 2017, poi, dieci migranti sono stati trovati morti sempre in Texas a bordo di un camion in un parcheggio di Walmart.

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2022-05-11 (Y-m-d)
Isole Canarie


Isole Canarie: 28 migranti annegati in un naufragio 28 persone sono annegate dopo che un gommone è affondato nel sud delle Isole Canarie. Rabat – Un naufragio a sud delle Isole Canarie è costato la vita a 28 persone lunedì. Un tweet di Helena Malena Garzon, attivista della Ong Caminando Fronteras, ha annunciato che l'incidente è avvenuto durante un tentativo di traversata dalla costa marocchina alle isole spagnole. Solo 13 persone, tra cui un adolescente, sono state salvate dal naufragio. Secondo i sopravvissuti, i 41 immigrati erano partiti da Laayoune domenica notte utilizzando un gommone. La barca si è ribaltata di notte ei sopravvissuti sono riusciti ad aggrapparsi allo zodiaco alla deriva. L'aereo della Marittima del Salvamento li ha individuati e ha informato i soccorsi.

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2022-03-12 (Y-m-d)
Tobruk, costa libica


Il 12 marzo, una barca che trasportava 25 migranti si è capovolta vicino alla costa libica di Tobruk. Recuperati sette corpi mentre 12 sono dispersi.

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2022-02-27 (Y-m-d)
Sabrata (Libia)


Il 27 febbraio, una barca in vetroresina partita dal porto di Sabrata, si è capovolta quattro ore dopo, per le cattive condizioni del mare. Nessun è sopravvissuto. Quindici corpi sono stati trovati qualche giorno dopo. Tra loro anche un bambino, sono stati portati a riva nei giorni successivi. 35 migranti sono ancora dispersi.

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2022 (Y)
Qatar (coppa del mondo di calcio 2022)r


Mondiali di calcio Il Qatar ha riportato la morte di 400-500 lavoratori migranti

Il paese mediorientale del Qatar ha fatto ampi preparativi per ospitare la Coppa del mondo di calcio-2022.

E i funzionari del paese hanno ammesso la morte di 400-500 lavoratori migranti durante l'attuazione del progetto.

Hassan Al-Thawadi, capo del comitato organizzatore lo ha ammesso in un'intervista. Tuttavia, non poteva dire il numero esatto delle vittime. Riferendosi al numero di morti di lavoratori espatriati in un'intervista con il giornalista britannico Piers Morgan, ha detto: "Questo numero sarà compreso tra 400 e 500 persone". Ma non conosco le informazioni esatte.La sua intervista è stata trasmessa lunedì. Ha detto: 'La propria morte è molto, è molto normale. Ogni anno miglioriamo i nostri aspetti di salute e sicurezza. Soprattutto nei luoghi in cui siamo responsabili di ospitare la Coppa del Mondo [tradotto dall'originale da www.jagonews24.com]

Mondiali in Qatar, più di 6.500 morti per costruire gli stadi: cosa sappiamo

Il 20 novembre prende ufficialmente il via la ventiduesima edizione della Coppa del Mondo di calcio, che quest'anno si disputa in Qatar. Per la prima volta la manifestazione si tiene in un Paese mediorientale e non sono mancate le polemiche relative al numero di operai morti nella costruzione degli stadi e di tutte le strutture collegate, predisposte per ospitare e intrattenere i tifosi. Da tempo si parla di un dato: 6.500 operai morti negli ultimi undici anni, da quando cioè il Paese ha iniziato una frenetica attività edilizia in preparazione al Mondiale [tg24.sky.it]



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2022 (Y)
Mediterraneo


L’OIM (l'Organizzazione internazionale per le migrazioni) stima che il numero di morti di migranti partiti dall’Africa e dall’Asia per raggiungere l’Europa è di 2406 per l’anno 2022.

L’OIM ha istituito un “Missing migrant project” attivo dal 2014 col quale tiene conto delle vittime prendendo in considerazione tre rotte: Mediterraneo Centrale, Occidentale e Orientale. La prima, che collega Libia e Tunisia all'Italia risulta la più letale.

Oltre 17mila tra morti e dispersi sono stati registrati dal 2014 ai primi mesi del 2023. La peggiore strage del Mediterraneo centrale risale al 3 ottobre 2013: un barcone di 20 metri partito da Misurata, in Libia, naufraga a mezzo miglio da Lampedusa. Il bilancio dei morti accertati è di 368 persone mentre risultano circa venti dispersi.



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2021-11-24 (Y-m-d)
Largo di Calais, sulla Manica


Almeno 27 persone - e non cinque come inizialmente comunicato - sono morte nel naufragio di un'imbarcazione al largo di Calais, sulla Manica. Erano a bordo di un gommone e stavano cercando di raggiungere la Gran Bretagna dalle coste francesi. Si trattava di migranti diretti dalla Francia verso la Gran Bretagna. Nella serata di mercoledì sono stati arrestati quattro trafficanti sospettati di essere "direttamente collegati" all'incidente.

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2021-11-24 (Y-m-d)
Calais (Francia)


Migranti di Calais: i soccorritori francesi non sono riusciti ad aiutare la barca che è affondata nell'attraversata. Vi sarebbero prove crescenti che i servizi di soccorso francesi non sarebbero riusciti ad intervenire adeguatamente per soccorrere un barcone di migranti affondato nella Manica lo scorso novembre, con almeno 33 persone a bordo. Solo due dei passeggeri migranti sono sopravvissuti al disastro. Le trascrizioni delle chiamate di emergenza fatte alla guardia costiera francese, viste dalla BBC, suggeriscono che ai passeggeri disperati è stato ripetutamente detto di chiamare i servizi di emergenza del Regno Unito, nonostante si trovassero in acque francesi quando hanno chiesto aiuto per la prima volta.

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2021-04-22 (Y-m-d)
Libia, Sar libica a nord est di Tripoli


Il naufragio ieri in zona Sar libica a largo di Tripoli. Sos Mediterranee: "A bordo del gommone c'erano 130 persone". Si cerca un'altra barca con 40 persone. L'Oim: "Si potevano salvare". I migranti che avevano telefonato chiedendo aiuto 48 ore prima dicevano di essere 130 a bordo di quel gommone. La Ocean Viking sta continuando le ricerche, di altri corpi, di eventuali sopravvissuti ma anche di un'altra barca con 40 migranti che risulta dispersa da mercoledi e che, a questo punto, potrebbero avere fatto la stessa tragica fine visto che le condizioni meteo sono ancora molto brutte con onde alte sei metri. Mentre il secondo gommone è stato intercettato dai libici e riportato indietro.

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2020-08-17 (Y-m-d)
Libia (costa)


Nel naufragio davanti alla Libia sono morti almeno 45 migranti. Sono al momento quarantacinque. Provenivano da Senegal, Mali, Ciad, e Ghana. Fra loro c’erano anche cinque bambini. Sono i morti finora accertati del peggior naufragio – noto – del 2020 avvenuto il 17 agosto nel Mediterraneo al largo delle coste della Libia. È quanto afferma l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) in un tweet in cui insieme all’Unhcr, l’agenzia Onu per i Rifugiati, avverte: “Senza un’operazione di soccorso dedicata e un meccanismo per gli sbarchi guidati dall’Unione Europea, altre vite andranno perse nel Mediterraneo”.

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2019-07-10 (Y-m-d)
largo della Tunisia


Almeno 71 migranti sono stati tratti in salvo da un barcone affondato al largo della Tunisia in rotta verso l'Italia. Tra loro ci sono almeno 37 bengalesi, ha detto martedì la Guardia nazionale tunisina. La barca di migranti si è capovolta mentre si dirigeva verso l'Italia dalla vicina Libia.

I soccorritori hanno salvato 71 migranti dalla costa, ha detto ad AFP il portavoce della Guardia nazionale Hosem Edin Jebali. 37 sono cittadini del Bangladesh. Vi sono inoltre otto marocchini, quattro sudanesi, sette algerini, due canadesi e un tunisino.



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2019-06-19 (Y-m-d)
Mare di Alboran (largo delle coste spagnole)


Almeno 22 dispersi come risultato di un naufragio nel mare di Alboràn, al largo delle coste spagnole. Un elicottero di Salvamento Marítimo ha trasportato ad Almería tre uomini in stato critico. Viaggiavano su una imbarcazione proveniente dal Nord Africa, che è stata soccorsa da un traghetto che copriva la tratta Melilla-Motril. Sull’imbarcazione si trovavano 27 superstiti, ma si cercano le altre 22 persone che sono disperse in mare. In tutto infatti, gli occupanti dell’imbarcazione partita dalla costa marocchina erano 49.

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2019-01-18 (Y-m-d)
Tripoli (45 miglia al largo)


Una strage. A bordo di quel gommone naufragato ieri mattina a 45 miglia da Tripoli erano 120. È drammatico il racconto ai rappresentanti dell'Oim degli unici tre superstiti, trasportati d'urgenza ieri pomeriggio a Lampedusa su un elicottero della Marina in grave stato di ipotermia. I dispersi del primo naufragio dell'anno sarebbero dunque 117: nessun altro oltre ai due sudanesi e a un gambiano, ora portati nell'hotspot di Lampedusa, si sarebbe salvato. Le ricerche continuate per tutta la notte attorno alle due zattere lanciate da un elicottero della Marina ai naufraghi, caduti in mare dal gommone a 45 miglia a est di Tripoli, in piena zona Sar libica, non hanno dato esito. Non è stato neanche ritrovato il gommone, avvistato mentre si stava inabissando. Secondo i superstiti, a bordo c'erano anche dieci donne, tra cui una ragazza incinta, e due bambini piccoli, uno di soli dieci mesi.

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2019-01-17 (Y-m-d)
Mare di Alboran, nel Mediterraneo occidentale


(La data del naufragio non è certa) Qualcosa dev’essere accaduto al di là del Mediterraneo. Nonostante la chiusura italiana e nonostante l’inverno, i barconi sono tornati a salpare verso le nostre coste. Oltre al naufragio che ha riguardato 117 persone (18/01/2019), l’Unhcr riferisce di un altro naufragio in cui sarebbero morte 53 persone nel Mediterraneo. La tragedia sarebbe avvenuta nel mare di Alboran, nel Mediterraneo occidentale. «È stato riferito che un sopravvissuto, dopo essere rimasto in balia delle onde per oltre 24 ore, è stato soccorso da un peschereccio e sta ricevendo cure mediche in Marocco».

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2018-06-03 (Y-m-d)
isole Kerkennah (Tunisia)


11 migranti morti e altri 67 tratti in salvo, tunisini e di altre nazionalità. Questo il primo bilancio di un naufragio avvenuto nella notte al largo delle isole Kerkennah, in Tunisia, secondo il ministero dell’Interno. Le unità di soccorso della marina tunisina, si legge nella nota, sono intervenute dopo l’Sos per un peschereccio in difficoltà. Secondo fonti locali a bordo dell’imbarcazione viaggiavano oltre 100 persone. La Guardia costiera tunisina sta proseguendo le operazioni di ricerca.

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2018-01-06 (Y-m-d)
Largo delle coste libiche


Sarebbero saliti a 64 i migranti morti nel naufragio dell'Epifania al largo delle coste libiche. Lo afferma Flavio Di Giacomo, portavoce italiano dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni su Twitter. Secondo le testimonianze raccolte dall'Oim a Catania, al momento della partenza il gommone che poi è naufragato trasportava 150 persone. Primo naufragio nel Mediterraneo del 2018: 8 corpi, tutti di giovani donne, senza vita recuperati, 85 migranti salvati ma ci sarebbero almeno 50 dispersi. Che non sarà una buona Epifania lo si capisce subito a bordo della nave Aquarius. In mattinata, attorno alle 11, giunge una comunicazione radio dalla centrale operativa della Guardia costiera a Roma. A 40 miglia marittime da Tripoli c’è un gommone in difficoltà con a bordo oltre 100 migranti, forse 150. Imbarca acqua dal fondo, è già quasi sommerso. È stato avvistato da un aereo dell’operazione Sophia di Eunavfor Med, che sta pattugliando il tratto di mare. [Avvenire] Sembra più pesante di quanto si temesse il bilancio del naufragio dell'Epifania nel Mediterraneo. Dalle testimonianze dei superstiti, raccolte da personale dell'Oim questa mattina dopo lo sbarco a Catania, sul gommone andato a fondo erano saliti in 150. Dunque, agli 86 superstiti e ai corpi delle otto ragazze recuperati, mancherebbero 56 persone. Un numero, quello dei dispersi, che porta a 64 il numero complessivo dei morti di questo primo naufragio del 2018. A bordo del gommone c'erano molti bambini: la maggior parte dei bimbi è fra i dispersi. Due di quelli salvati e rianimati a bordo dal team medico hanno visto annegare le mamme. Il team di psicologi di Msf si sta prendendo cura di un bimbo di tre anni che ha perso la mamma in mare ed è arrivato solo. Assistenza anche a una famiglia decimata dalla strage: sono rimasti vivi solo in tre. [La Repubblica]

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2017-06-12 (Y-m-d)
Canale di Sicilia


La nave Vos Prudence sbarca al porto di Palermo 724 migranti salvati nel Mar Mediterraneo. Si conta anche la salma di un uomo morto nel canale di Sicilia.

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2017-06-10 (Y-m-d)
Largo della Libia


Almeno otto migranti sono morti e oltre 50 sono dispersi in mare al largo della Libia: a naufragare è stato un gommone, a circa 9 chilometri da Castelverde, nome italiano di Gasr Garabulli, a 60 chilometri da Tripoli. Come riferisce la France Presse che cita un ufficiale della Marina libica, “gli otto corpi” recuperati finora “fanno parta di un totale di 120 o 130 passeggeri che erano sulla barca”. A testimoniare quanto è accaduto sono stati i superstiti: ne sono stati salvati quasi 80 dalle navi che operano nel Mediterraneo centrale. Sono state 12 in tutto le operazioni di soccorso coordinate dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera. Durante le stesse operazioni sono state tratte in salvo oltre 1650 persone. I migranti erano a bordo di nove gommoni e tre barchini.

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2017-05-24 (Y-m-d)
Largo del porto libico di Zuara


Trentaquattro morti, annegati in mare. Tra di essi anche bambini, secondo quanto testimoniato dalle ong impegnate nei soccorsi. Quando una nuova giornata difficile nel Mediterraneo Centrale volge al termine, la Guardia Costiera dirama il bilancio delle ripetute operazioni di salvataggio coordinate dalla sua centrale operativa. Il dramma è avvenuto al largo del porto libico di Zuara, provocato dal ribaltamento di un barcone.

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2017-05-08 (Y-m-d)
Largo delle coste Libiche


Nel weekend salvati in 6mila. Dall'inizio dell'anno, fa sapere l'Unhcr, si arriva già a oltre 43mila persone salvate. Tragedia su un gommone e su un natante al largo della Libia. È stato un altro weekend di paura e orrore nel Mediterraneo. Mentre sui giornali, e in tv, continua il dibattito sulle ong e sulla presunta “colpa” di salvare troppe vite, in mare si continua a morire. Quasi 200 le vite spezzate in poche ore. Il nuovo tragico racconto l'ha fatto un gruppo di profughi caricati sul pattugliatore Fiorillo che ha portato domenica a Pozzallo, nel Ragusano, 407 migranti. «Eravamo 120 sul gommone, che era sovraccarico. Abbiamo iniziato a imbarcare acqua». Sarebbero 80 i dispersi in mare, tra loro anche lo scafista: i superstiti sono rimasti in acqua per molto tempo fino all'arrivo dei soccorritori, che li hanno tratti in salvo. Sulla tragedia ha aperto un'inchiesta la Procura di Ragusa. Un altro naufragio è invece avvenuto al largo della Libia. Lo ha riferito l'Organizzazione internazionale delle migrazioni: il natante aveva fatto poche miglia, quando è affondato. Sul posto è intervenuta la Guardia costiera libica che ha salvato appena sette persone - sei uomini e una donna - al largo di Az Zawiyah. Uno dei sopravvissuti ha riferito che mancano all'appello 113 persone.

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2016 (Y)
Mondo


Oim, oltre 7.100 è la stima dei migranti morti nel solo 2016

Un record di 7.189 migranti o di rifugiati è la stima dei morti o di persone che risultano disperse nel mondo dall'inizio del 2016, oltre la metà dei quali, stimati in 4.812, nel solo Mediterraneo.

Questi terribili dati sono stati resi noti nel dicembre 2016 a Ginevra dall'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni).

Il dato fornito supera di mille unità quello del 2015. La media mondiale dei morti legati all'emigrazione è stimata in 20 persone decesse al giorno per il 2016.

Nel 2014, l'Oim aveva segnalato una stima di 5.267 migranti morti o dispersi sulle pericolose rotte mondiali delle migrazioni e l'anno scorso (2014) il dato era salito a 5.740, precisa una nota.

L'Oim sottolinea il fatto che il numero di migranti morti o che risultano ancora dispersi (che si presume morti) sembra essere in aumento in tutte le regioni del mondo, inclusi il Mediterraneo, l'Africa settentrionale e meridionale, l'America centrale e la frontiera tra Stati Uniti e Messico.



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2015-04-18 (Y-m-d)
Canale di Sicilia


La cosiddetta tragedia nel Canale di Sicilia è stato il naufragio di un'imbarcazione eritrea usata per il trasporto di migranti avvenuto la notte del 18 aprile 2015 al largo delle coste della Libia. Il naufragio dell'imbarcazione ha provocato 58 vittime accertate o 525 secondo altre fonti, 28 superstiti salvati e fra i 700 e i 900 dispersi presunti, numeri che la pongono come una delle più gravi tragedie marittime nel Mediterraneo dall'inizio del XXI secolo.

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2015 (Y)
Mediterraneo


Migranti, Oim: nel 2015 sono morti almeno 3.771 nel Mediterraneo mentre gli arrivi via mare sono stimanti in 997000.

Il 2015 risulta essere l'anno più tragico: ad aprile il numero più alto di vittime. La rotta più sicura per chi fugge da guerre e condizioni di vita disumane è quella verso la Grecia, la più pericolosa quella verso il Golfo del Bengala

Il 2015 è stato un anno tragico per i migranti, con 3.771 morti e dispersi nel Mediterraneo. Questo drammatico bilancio è stato reso noto dall' Organizzazione mondiale per le migrazioni. Nel 2014 sono stati stimat 3419 morti. Gli arrivi attraverso il mare nel 2015 sono stati stimati in 996.645. Sempre l'Oim stima che nel 2015 i migranti morti nel mondo siano stati almeno 5.350.



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2014 (Y)
Mediterraneo


I morti nel Mediterraneo nel 2014 sono almeno 3.419

Almeno 3.419 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo da gennaio 2014, la traversata è diventa così la “strada più mortale del mondo”. Lo ha annunciato l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Dall’inizio dell’anno, secondo i dati dell’Unhcr, sono più di 207mila i migranti che hanno tentato di attraversare il Mediterraneo, una cifra quasi tre volte superiore al record precedente del 2011, quando 70mila migranti erano scappati dal loro paese durante la primavera araba.

Con i conflitti in Libia, in Ucraina e nel sudest della Siria, l’Europa è attualmente la meta di un grande numero di migranti che arrivano via mare.

Quasi l’80 per cento delle partenze avvengono dalla costa libica e raggiungono l’Italia o Malta. La maggior parte dei migranti arrivati in Italia quest’anno viene dalla Siria (60.051), visto che il paese è attraversato da una guerra da oltre tre anni e mezzo e dall’Eritrea (34.561) da dove fuggono dalla repressione politica, dal servizio militare a vita e dai lavori forzati non retribuiti. Afp



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2013-10-11 (Y-m-d)
Davanti all’isola di Lampedusa


L’11 ottobre 2013, a pochi giorni di distanza dal terribile naufragio avvenuto il 3 ottobre 2013 davanti all’isola di Lampedusa, un medico siriano a bordo di un’imbarcazione partita dalla Libia insieme a un alto numero di persone (un numero stimato fra 250 e 400, inclusi moltissimi bambini) ha chiamato per ben 6 volte nell’arco di 5 ore il centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano (IMRCC) descrivendo nel dettaglio la gravissima situazione in cui versava l’imbarcazione, segnalando i guasti al motore, la presenza di persone ferite a bordo e di moltissimi minori e descrivendo chiaramente l’emergenza derivante dal fatto che la nave stava imbarcando acqua. Sono annegati 268 siriani in fuga dalla guerra, tra cui 60 bambini.

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2013-10-03 (Y-m-d)
Lampedusa


Il naufragio ha provocato 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, numeri che la pongono come una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall'inizio del XXI secolo. I superstiti salvati sono stati 155, di cui 41 minori (uno solo accompagnato dalla famiglia).

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2013-09-30 (Y-m-d)
Scicli, Siracusa


Almeno 13 migranti sono morti annegati questa mattina nel ragusano mentre cercavano di scappare da un barcone che si è spiaggiato a Scicli. Secondo le prime ricostruzioni, gli immigrati sono stati presi a colpi di cinghia dagli scafisti e costretti a lanciarsi in mare.

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2011-01-03 (Y-m-d)
Yemen


Sono affondati davanti alle coste yemenite a causa dei forti venti e, forse, di un’onda anomala, due barconi di migranti africani. Almeno 40 di loro sono morti annegati, ma altrettanti risultano dispersi in un altro naufragio e si teme che anche per loro si debba parlare di un’ennesima tragedia del mare. Lo ha reso noto il ministero degli interni yemenita con un comunicato nel quale si parla di una prima imbarcazione naufragata vicino alla costa, nella provincia di Taez, nella quale si trovavano un gruppo di etiopi.

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2003-10-17 (Y-m-d)
largo di Lampedusa


Un'imbarcazione con a bordo circa 30 immigrati clandestini è affondata a largo di Lampedusa. Quattro extracomunitari sono morti annegati.

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2003-10-03 (Y-m-d)
largo dell'isola di Lampedusa


Al largo dell'isola di Lampedusa affonda un'imbarcazione con a bordo 30 cittadini migranti nordafricani. Uno di loro perde la vita.

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2003-06-29 (Y-m-d)
largo di Cap Bon (Tunisia)


Affonda a largo di Cap Bon un'imbarcazione diretta verso Lampedusa, tre persone perdono la vita ed altri 35 vengono salvati.

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2003-06-20 (Y-m-d)
Acque internazionali, una sessantina di miglia nautiche da Sfax e a venti miglia dalle isole di Kerkenah


Un'imbarcazione con a bordo 250 migranti provenienti da diversi paesi dell'Africa è naufragata al largo della Tunisia. Secondo le informazioni dell'agenzia tunisina Tap l'imbarcazione era diretta in Italia. L'allarme è stato dato via radio da un peschereccio che si trovava nella zona del naufragio. Sul posto sono intervenuti diversi mezzi di soccorso che sono riusciti a trarre in salvo decine di persone, restano però 20 morti e un gran numero di dispersi. "[..] Sono stati invece tutti tratti in salvo i 100 extracomunitari che da ieri, andavano alla deriva su un barcone a circa 60 miglia a sud di Lampedusa. L'imbarcazione era stata avvistata da un aereo Atlantic della Marina militare, e stamattina sono arrivate nella zona le navi Driade e Danade, che hanno segnalato la pericolosità della situazione. Il natante era infatti in pessimo stato. Il mare molto agitato. Così dalle navi è partita verso il comando generale del Corpo delle capitanerie di porto la richiesta di un intervento urgente di soccorso. Sono state inviate sul posto i mezzi della Guardia costiera e un elicottero sotto il coordinamento della capitaneria di porto di Palermo. Tra le persone imbarcate c'erano anche 20 tra donne e bambini, che sono stati trasferiti a bordo di una motovedetta. Le operazioni di salvataggio, rese particolarmente difficoltose dalle pessime condizioni meteorologiche, sono state portate a buon fine anche grazie all'intervento delle due navi già citate, che hanno creato una zona di ridosso consentendo il trasbordo." [la repubblica.it]

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2003-06-20 (Y-m-d)
20 miglia a sud est delle isole di Kerkenah


A 20 miglia a sud est delle isole di Kerkenah, al largo della Tunisia, naufraga un'imbarcazione con a bordo circa 200 persone. I cadaveri dei migranti recuperati sono 20.

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2003-06-17 (Y-m-d)
largo di Lampedusa (Italia)


Affonda un'imbarcazione di migranti nelle acque al largo di Lampedusa. Sono stati recuperati sei corpi di migranti affogati. A bordo dell'imbarcazione c'erano circa 70 persone. Solo tre sono i superstiti del naufragio.

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2003-01-19 (Y-m-d)
(primo naufragio) largo delle coste pugliesi, a venti miglia da Capo Santa Maria di Leuca (Italia). (secondo naufragio) largo del Marocco.


19 gennaio 2003. Al largo delle coste pugliesi, a venti miglia da Capo Santa Maria di Leuca, vengono recuperati sei cadaveri di migranti, di nazionalità curda e irachena. La piccola imbarcazione sulla quale viaggiavano i migranti viene intercettata dalla petroliera russa «Brother 4». A bordo sono rimasti solo sei uomini sopravvissuti, mentre sono 23 i dispersi. Lo stesso giorno annegano, al largo del Marocco, 18 immigrati che si trovavano a bordo di un gommone in viaggio per raggiungere l'Europa.

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2002-12-01 (Y-m-d)
(primo naufragio) largo delle coste della Libia (secondo naufragio) largo della costa del Marocco


Vengono recuperati in tutto 44 cadaveri di persone migranti morte annegate, vittime di due naufragi al largo delle coste della Libia e del Marocco.

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2002-09-22 (Y-m-d)
spiaggia di Scoglitti, in provincia di Ragusa (Italia)


Uno scafista abbandona in mare, a 300 metri dalla spiaggia di Scoglitti, in provincia di Ragusa, un gruppo di migranti provenienti dalla Tunisia. Muoiono 14 persone i cui corpi vengono ritrovati a 40 chilometri da Ragusa, mentre una cinquantina di loro riesce a salvarsi. Lo scafista viene arrestato in mare mentre tenta la fuga verso Gela.

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2002-07-22 (Y-m-d)
Valona (Albania)


A Valona, in Albania, in uno scontro tra un gommone carico di migranti ed una motovedetta della Guardia di finanza muoiono due migranti. Una donna e un uomo sono morti nella notte scorsa al largo delle coste albanesi nei pressi di Punta Linguetta nel sud del Paese. Erano a bordo di un gommone che stava tentando la fuga da una motovedetta della Guardia di finanza italiana della base di Durazzo. Non si escludono altre vittime, ma fino ad ora i soccorritori hanno recuperato solo due corpi. Non si conosce con precisione il numero delle persone stipate sul gommone che stava tentando di raggiungere l'Italia, ma fonti dell'ospedale di Valona riferiscono di 32 persone ricoverate in seguito alla tragedia. Quello di Punta Linguetta è il più grave incidente degli ultimi mesi.

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2002-06-12 (Y-m-d)
Kelibia (Tunisia)


Muoiono affogati a Kelibia, in Tunisia, 11 migranti che cercavano di raggiungere a nuoto la nave che si trovava ormeggiata al largo e che avrebbe fatto rotta per l'Italia.

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2002-06-08 (Y-m-d)
costa di Castro Marina, in provincia di Lecce (Italia)


A poche decine di metri dalla costa di Castro Marina, in provincia di Lecce, degli scafisti albanesi, avvistati dalla Guardia di finanza, gettano in mare 40 migranti ed accoltellano quelli che oppongono resistenza. Vengono recuperati in mare quattro cadaveri.

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2002-03-11 (Y-m-d)
costa di Otranto (Italia)


Sei cadaveri di migranti, legati allo scafo di un gommone in avaria, vengono recuperati sulla costa di Otranto. Il gommone, che era partito da Valona, in Albania, si era incendiato. Vengono salvate 23 persone.

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2002-03-07 (Y-m-d)
Canale di Sicilia (Italia)


Nel canale di Sicilia, a 65 miglia da Lampedusa, naufraga un'imbarcazione di sette metri. Sono dodici i migranti morti affogati, mentre è incerto il numero dei dispersi.

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2001-07-09 (Y-m-d)
coste del ragusano, tra Punta secca e Scoglitti (Italia)


Quattro migranti gettati in mare dagli scafisti muoiono affogati mentre tentano di raggiungere a nuoto le coste del ragusano, tra Punta secca e Scoglitti. I migranti erano stati abbandonati a diverse centinaia di metri dal litorale siciliano.

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2001-06-10 (Y-m-d)
Trani, Bari (Italia)


Muoiono a Trani, in provincia di Bari, dodici migranti albanesi, forse gettati in mare dagli scafisti. I superstiti sono 22.

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2000-05-04 (Y-m-d)
costa del Salento (Italia)


Un gommone carico di migranti sperona un'imbarcazione della polizia a quattro chilometri dalla costa del Salento. Muoiono due persone e sono almeno dieci i dispersi.

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1999-12 (Y-m)
canale di Otranto (Italia)


[data precisa del naufragio non conosciuta] Affonda un gommone carico di migranti nel canale d'Otranto. Muoiono affogati 59 migranti. [non sono state trovate altre informazioni]

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1999-08-15 (Y-m-d)
coste montenegrine (Montenegro)


Al largo delle coste montenegrine sarebbe naufragata una «carretta del mare» carica di famiglie Rom. Sarebbero oltre un centinaio i migranti morti affogati. [non sono state trovate altre informazioni al riguardo]

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1999-05-16 (Y-m-d)
acque di Valona (Albania)


Sei migranti, tra cui alcuni bambini, muoiono in seguito allo scontro del gommone su cui viaggiavano contro uno scoglio nelle acque di Valona, in Albania.

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1997-11-21 (Y-m-d)
canale d'Otranto (Italia)


Sedici migranti albanesi partiti da Durazzo muoiono nel canale d'Otranto per lo scoppio del gommone su cui navigavano.

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1997-03-28 (Y-m-d)
canale d'Otranto (Italia)


In seguito ad uno scontro con la corvetta della Marina militare italiana «Sibilla» affonda la nave albanese «Kater I Rades». Vengono recuperati i cadaveri di quattro migranti, mentre 34 di loro vengono tratti in salvo. Nel successivo mese di ottobre viene recuperato il relitto dell'imbarcazione, con a bordo altri 54 cadaveri di migranti morti.

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1996-12-25 (Y-m-d)
tra Malta e la Sicilia (Italia)


Annegano duecento migranti, soprattutto pakistani, tra Malta e la Sicilia, in seguito allo scontro tra il cargo libanese «Friendship» e la motonave «Yohan».

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1948 (Y)

NAKBA - Esodo palestinese del 1948



NAKBA - Esodo palestinese del 1948


NAKBA -  Esodo palestinese del 1948

L'esodo palestinese del 1948 (in arabo: الهجرة الفلسطينية‎, al-Hijra al-Filasṭīniyya) è conosciuto come nakba (in arabo: النكبة‎, al-Nakba, letteralmente "disastro", "catastrofe", o "cataclisma"), rappresenta l'esodo della popolazione araba palestinese durante la guerra civile del 1947-48, al termine del Mandato Britannico, e durante la guerra arabo-israeliana del 1948, dopo la fondazione dello Stato di Israele. Nakba è il nome assegnato a questo evento dalla storiografia.

Durante tale conflitto, oltre 700.000 arabi palestinesi dovettero abbandonare città e villaggi, o ne furono espulsi, e, successivamente, si videro rifiutare ogni loro diritto al ritorno nelle proprie terre, sia durante sia al termine del conflitto.

***

Nel 1947, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, formata all'epoca da 57 stati membri, approvò una risoluzione per dividere il mandato per la Palestina in uno stato ebraico e uno palestinese. Il piano assegnava più della metà del paese allo stato ebraico in un momento in cui gli ebrei formavano circa un terzo della popolazione. Il piano avrebbe anche lasciato a circa 500.000 palestinesi che vivono in un futuro stato ebraico una scelta drastica: rimanere una minoranza in uno stato ebraico o andarsene. I palestinesi respinsero la proposta e quando il mandato britannico finì nel 1948, Israele dichiarò la propria indipendenza.

Scoppiarono i combattimenti e 5 paesi arabi - Egitto, Giordania, Libano, Iraq e Siria - dispiegarono forze per arginare il flusso di profughi palestinesi. Le conseguenze dei combattimenti hanno visto Israele conquistare ulteriore terra che il piano delle Nazioni Unite aveva destinato a uno stato palestinese, mentre l'Egitto e la Giordania hanno mantenuto rispettivamente il controllo sulla Striscia di Gaza e sulla Cisgiordania.

Nel corso del tempo, Israele ha preso il controllo di più terre precedentemente designate dalle Nazioni Unite come parte di un futuro stato palestinese. Dopo la guerra del giugno 1967 tra Israele e una coalizione di stati arabi, Israele occupò la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. Negli ultimi decenni, gli insediamenti israeliani in Cisgiordania si sono espansi sotto i successivi governi, con la popolazione di coloni che ha superato il mezzo milione di persone all'inizio di quest'anno.

Gli insediamenti sono considerati illegali ai sensi del diritto internazionale e gran parte della comunità internazionale li vede come un ostacolo alla pace e al futuro stato palestinese.



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1947 (Y)
Nel mediterraneo in viaggio verso la Palestina Britannica (1946-1947).


La Exodus 1947 (in ebraico Yetzi'at Eiropa Tashaz, cioè Exodus Europa 5707, dove 5707 è l'anno che va dall'autunno 1946 all'autunno 1947 secondo il calendario ebraico) fu una nave, conosciuta anche come President Warfield, che nel 1947 fu incaricata di trasportare in gran segreto degli ebrei che partivano illegalmente dall'Europa per raggiungere la biblica Terra di Israele, allora sotto il controllo britannico con l'antico nome romano di Palestina.

Il 9 novembre 1946 la nave fu acquistata per 40 000 dollari dalla Potomac Shipwrecking Co. di Washington D.C., a nome dell'Haganah, per essere utilizzata per l'Aliyah Bet., cioè l'emigrazione verso la Palestina britannica.
Nel gennaio 1947 furono introdotte delle modifiche alla nave in modo da poter accogliere un numero maggiore di rifugiati. Il 24 febbraio 1947 l'imbarcazione, battente bandiera honduregna, lasciò il porto di Baltimora per raggiungere l'Europa, ma, il giorno seguente, si imbatté in una violenta tempesta e dovette essere rimorchiata fino al porto di Norfolk, in Inghilterra. Qui l'intelligence britannica scoprì l'esistenza della President Warfield e l'uso che gli ebrei volevano farne. Gli inglesi iniziarono dunque a esercitare delle pressioni sul governo honduregno per ritirare l'imbarcazione ma, prima ancora che si potesse fare qualcosa, la nave fu riparata e riprese il suo viaggio verso l'Europa nonostante il monitoraggio dei servizi segreti britannici.
[..]
Durante il tragitto la nave fu sempre sotto il controllo di diversi cacciatorpediniere inglesi, guidati dall'incrociatore HMS Ajax. Sapendo di essere sotto controllo, i passeggeri si prepararono a un eventuale blocco britannico, addestrandosi per la resistenza, armati di lattine, bottiglie e patate. Durante il viaggio, alcune donne incinte furono costrette a partorire sulla nave. Una di esse, Paula Abramowitz, morì durante il parto a causa delle condizioni spartane in cui erano costrette a vivere.
[..]
Nel frattempo, gli inglesi avevano studiato la struttura della nave così da pianificare al meglio un assalto. Gli americani a bordo della Exodus, vedendo che le navi britanniche si avvicinavano, iniziarono a cantare “The Yanks Are Coming” e, successivamente, Pomp and Circumstance per provocare e deridere la flotta nemica. Alle 2 del mattino del 18 luglio gli inglesi contattarono la Exodus per cercare di convincere il capitano a interrompere il viaggio verso la Palestina. La richiesta venne ignorata e la nave conseguentemente attaccata e speronata a prua. In un'ora e mezzo ci furono circa venti tentativi di approccio, che provocarono diversi feriti e tre morti: un soldato britannico, e due passeggeri dell'Exodus.

La battaglia durò circa quattro ore: i migranti cercarono di difendersi con tutto ciò che avevano a disposizione, come i salvagenti e tubi di metallo, e spruzzando col carburante della nave i soldati che provavano a salire a bordo, ma quando i britannici iniziarono a utilizzare le armi da fuoco, il capitano Harel decise di arrendersi per evitare ulteriori vittime.

I migranti vennero fatti prigionieri e chiusi in campi di concentramento a Cipro; in seguito il governo britannico decise di riportarli in Francia. L'Exodus rimase abbandonata per i cinque anni successivi. Nel 1952 prese fuoco, per poi essere smantellata nel 1963.



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1945-01-30 (Y-m-d)

NAUFRAGIO della nave Wilhelm Gustloff



Mar Baltico


La Wilhelm Gustloff fu una nave passeggeri della compagnia tedesca Kraft durch Freude (KdF) divenuta tristemente famosa per essere stata affondata il 30 gennaio 1945 nel Mar Baltico da un sommergibile sovietico nel corso della seconda guerra mondiale. L'azione bellica causò la morte di circa 9.000 persone, passando alla storia come il più grave affondamento mai registrato per numero di vittime coinvolte.
[..]
Il primo impiego della nave ospedale fu nella zona di Danzica al termine della campagna polacca.

Dal maggio del 1940 fino al luglio dello stesso anno, la Gustloff era in servizio nella zona di Oslo in Norvegia, come ospedale galleggiante durante la campagna di Norvegia.

Durante l'estate del 1940, alla Gustloff venne ordinato di prepararsi per le operazioni di invasione dell'Inghilterra, ma tale opzione fu cancellata da Adolf Hitler. Ancora una volta salpò allora da Oslo con altri 414 feriti.

Subito dopo questo viaggio terminò il servizio di nave ospedale, e navigò in direzione Gotenhafen. Venne ridipinta nel colore grigio delle navi da guerra e tramutata in una nave caserma al servizio della Kriegsmarine, attraccata nel porto di Gotenhafen.

[..]

Una volta terminata la guerra, le operazioni di soccorso poterono considerarsi un successo, in quanto furono trasportate oltre due milioni di persone. Tuttavia perirono dalle 25.000 alle 30.000 persone, soprattutto in seguito agli affondamenti della Gustloff e del Goya che provocarono da soli oltre 15.000 morti.

Quando la Gustloff lasciò la protezione del porto di Gotenhafen il 30 gennaio 1945, le condizioni climatiche erano pessime, con vento molto forte, neve e una temperatura di dieci gradi sotto lo zero. Molti blocchi di ghiaccio galleggiavano nel mar Baltico. Le possibilità di sopravvivere per un affondamento, in un mare così freddo e con un tempo come quello, erano nulle. La Gustloff iniziò il proprio viaggio senza alcuna scorta, armata solo di qualche armamento antiaereo, mentre nessuna difesa antisommergibile era installata.

Affondamento

La lista dei passeggeri comprendeva 918 ufficiali, 173 membri dell'equipaggio, 373 membri delle Unità Navali Ausiliarie formata esclusivamente da donne, 162 feriti, e 4.424 rifugiati, per un totale di 6.050 persone. Tuttavia, la lista ufficiale di carico non teneva conto delle centinaia di persone che avevano preso posto sul ponte della Gustloff. Infatti, nuove ricerche dimostrano che il numero totale di persone al momento dell'affondamento era superiore a 10.000. La più attendibile ricerca fu quella di Heinz Schon che divise il numero di persone come segue: 8956 rifugiati, 918 tra ufficiali e membri della 2. Unterseeboot-Lehrdivision, 373 donne delle Unità Ausiliarie, 173 uomini delle forze navali, e 162 soldati feriti per un totale di 10.582 persone a bordo.

Alle 21:08 del 30 gennaio 1945 (21:08 orario a Gotenhafen, 23:08 orario di Mosca), il sommergibile russo S-13 comandato dal capitano di corvetta Aleksandr Ivanovič Marinesko, lanciò quattro siluri contro la Gustloff. Il primo siluro colpì la nave a prua direttamente sotto la linea di galleggiamento. Immediatamente la Gustloff piegò a dritta. Furono lanciati subito i razzi di segnalazione e il segnale di SOS. Il secondo siluro colpì la Gustloff nell'area della piscina facendo esplodere completamente quella zona, ed infine il terzo siluro colpì la sala motori devastando l'intero scafo. Presto il castello di prua venne sommerso quasi completamente, mentre la poppa si alzava sopra il livello del mare. Parte delle scialuppe rimasero inutilizzate a causa dei sostegni congelati. In circa cinquanta minuti, la Gustloff affondò nelle fredde acque del mar Baltico, portando con sé oltre 9.000 persone, mentre i sopravvissuti furono solo 1.320.

L'affondamento della Gustloff fu di gran lunga il più grave e spaventoso affondamento nella storia navale. Nessun'altra tragedia in mare ha avuto perdite di vite umane così pesanti.



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1927-10-25 (Y-m-d)
tra Salvador de Bahia e Rio de Janeiro


[..] La nave partì per il suo ultimo viaggio dal porto di Genova l'11 ottobre 1927, agli ordini dell'esperto comandante Simone Gulì, 62 anni, napoletano di origini siciliane. A bordo si trovavano 1.259 persone, tra cui una nutrita minoranza di emigranti siriani e soprattutto numerosi emigranti piemontesi, liguri e veneti; tra di essi vi era il pasticciere di Verona Ruggero Bauli, fondatore cinque anni prima dell'azienda dolciaria omonima, che sopravvisse alla sciagura.[..]
La mattina di martedì 25 ottobre 1927, il quindicesimo giorno di viaggio, la nave navigava a una velocità di soli 13 nodi e con un notevole rollio verso sinistra. Il Principessa Mafalda venne superato dal cargo olandese Alhena, il quale però, non ricevendo messaggi di alcun tipo, proseguì indisturbato. Alle 17.10 dello stesso giorno, a circa 80 miglia al largo della costa del Brasile, tra Salvador de Bahia e Rio de Janeiro, in tutto il bastimento fu percepita una fortissima scossa;[..]
Il direttore di macchina Silvio Scarabicchi, tuttavia, salì in plancia e riferì al comandante di aver individuato il vero problema, ben più grave: si era completamente sfilato l'albero dell'elica sinistra, la quale, continuando per inerzia il suo moto rotatorio, era stata scagliata in avanti e aveva aperto un fatale squarcio nello scafo a poppa, dal quale l'acqua stava entrando copiosamente, allagando la sala macchine, e avrebbe presto invaso anche la stiva, poiché le porte stagne non funzionavano più correttamente; subito si tentò, inutilmente, di riparare la falla con pannelli di metallo. Dopo le prime rassicurazioni ai passeggeri, Gulì diede ordine di fermare le macchine e fece suonare la sirena d'allarme per radunare l'equipaggio, mentre il primo ufficiale Maresco dava ordine ai marconisti Luigi Reschia e Francesco Boldracchi di lanciare un S.O.S.[..]
Le navi soccorritrici misero comunque in mare tutte le proprie scialuppe di salvataggio e iniziarono a imbarcare molti passeggeri del transatlantico italiano, mentre Gulì, munito di megafono, cercava di coordinare al meglio le operazioni di soccorso dal ponte di comando, ordinando di dare priorità a donne e bambini.

Con il sopraggiungere dell'oscurità, qualsiasi comunicazione visiva diventò più difficoltosa: alle 22.03 si interruppe anche l'erogazione di energia elettrica, facendo piombare nel buio l'intero bastimento e ponendo fine alle comunicazioni del telegrafo di bordo. Resosi conto che la nave era praticamente perduta, il comandante ordinò di calare le lance di salvataggio, ma poiché la nave era fortemente inclinata a sinistra, quelle di dritta colpirono lo scafo danneggiandosi e divenendo inservibili. Nel frattempo a bordo si era creato il panico e molti passeggeri caddero o si gettarono in mare, annegando o finendo sbranati vivi dagli squali. Sul lato di sinistra la situazione era migliore e Maresco fece il possibile per calare diverse lance, ma alcune di esse rivelarono il loro pessimo stato, essendo dotate di funi fortemente deteriorate dal tempo oppure imbarcando acqua dalle commessure, tanto che fu necessario per i passeggeri aggottare con i cappelli, mentre altre scialuppe furono prese d'assalto e si rovesciarono o affondarono per il sovraccarico. Il comandante Gulì ritenne di non poter fare più nulla e ordinò il "si salvi chi può", mentre il caos a bordo aumentava sempre di più, anche a causa dell'oscurità assoluta dovuta alla luna nuova e, mentre alcuni passeggeri riuscirono a raggiungere a nuoto le altre navi, altri si suicidarono sparandosi; secondo alcune versioni anche il direttore di macchina Scarabicchi si sarebbe tolto la vita con un colpo di pistola.
In totale, considerando sia le lance di salvataggio della nave che quelle provenienti dalle altre imbarcazioni accorse, si riuscì a portare in salvo circa 900 persone. Il Principessa Mafalda, verso le ore 22:20, ormai completamente invaso dall'acqua a poppa, si alzò verticalmente e colò a picco in 1.200 braccia d'acqua (circa 2.200 metri). Molte testimonianze raccolte in seguito concordarono con l'affermare che Gulì restò a bordo con i marconisti fino alla fine, facendo suonare ai musicisti rimasti la Marcia Reale, all'epoca inno nazionale italiano. Il salvataggio dei pochi superstiti che tentavano di rimanere a galla come potevano proseguì fino a tarda notte e all'una anche l'Alhena lasciò il luogo del disastro. Due ore dopo sopraggiunsero anche piroscafi brasiliani come l'Avelona, il Bagé, l'Ayurnoca, il Manaos e il Puròs, che però non trovarono sopravvissuti.

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1912-04-14 (Y-m-d)
La posizione registrata del Titanic al momento dell'impatto fu 41°46′N 50°14′W. Il relitto fu trovato al 41°43′N 49°56′W.


Il transatlantico RMS Titanic, appartenente alla classe Olympic della compagnia di navigazione White Star Line, nuovissimo ed impegnato nel suo viaggio inaugurale (da Southampton a New York, via Cherbourg e Queenstown), ebbe una violenta collisione con un iceberg alle 23:40 (ora della nave) di domenica 14 aprile 1912. L'impatto provocò l'apertura di alcune falle sotto la linea di galleggiamento allagando il gavone di prua e 5 dei compartimenti stagni del transatlantico, che 2 ore e 40 minuti più tardi si inabissò (alle 2:20 del 15 aprile) spezzandosi in due tronconi. Nel naufragio persero la vita dalle 1490 alle 1635 delle 2223 persone che si trovavano a bordo, tra le quali vi erano 892 membri dell'equipaggio; solo 705 persone riuscirono a salvarsi (alcune delle quali morirono subito dopo essere state portate a bordo del Carpathia). A bordo della nave si trovavano poco più di 2200 persone, tra passeggeri ed equipaggio. Molti passeggeri si erano prenotati su altre navi in precedenza ed erano stati dirottati sul Titanic a causa di uno sciopero nelle forniture di carbone. In seconda classe viaggiavano soggetti di ceto medio, come impiegati, insegnanti e commercianti, mentre la terza classe era affollata di emigranti provenienti da tutte le parti del mondo, coadiuvati dall'interprete di bordo.

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1906-08-04 (Y-m-d)
Capo Palos, sulla costa mediterranea della Spagna


Il Sirio fu un piroscafo italiano costruito a Glasgow, atto al trasporto di emigranti italiani; varato nel 1883, naufragò nel 1906 di fronte alle coste del Capo Palos a Cartagena. Il suo tragico naufragio, nel quale perirono tra le 293 e le 500 persone, rappresenta uno dei più gravi disastri navali della marina mercantile italiana e una delle peggiori sciagure, insieme all'affondamento delle navi Utopia, Principessa Mafalda e Orazio, che coinvolsero gli emigranti italiani diretti nelle Americhe.

La nave salpò da Genova il 2 agosto 1906 per Buenos Aires con scalo a Barcellona, Cadice, Gran Canaria, Capo Verde, Rio de Janeiro, Santos e Montevideo. Come da programma il giorno seguente la partenza il Sirio attraccò a Barcellona. Dopo aver imbarcato altri passeggeri, il piroscafo lasciò la capitale catalana alla volta di Cadice.

Il 4 agosto la nave passò di fronte a Capo Palos, sulla costa mediterranea della Spagna. In questo punto il promontorio si prolunga sott'acqua per riemergere poi a formare le piccole isole Hormigas. La profondità dell'acqua sulla linea ideale che unisce il capo a queste isolette può essere molto bassa, arrivando in alcune zone, dette "bassi", ad appena tre o quattro metri. Le rotte marittime dell'epoca quindi giravano all'esterno delle isole per evitare il pericolo di questi bassifondi. Inoltre, sopra Capo Palos era stato costruito nel 1864 un grande faro che avvisava della pericolosità di questa costa. Nel pomeriggio stesso, intorno alle 16 circa, la nave, che stava proseguendo a tutta velocità, si incagliò vicino a Capo Palos poiché teneva una rotta troppo rasente alla riva. La prua, inoltre, fu vista innalzarsi con violenza dall'acqua per via della forte velocità, come anche descritto nella testimonianza del comandante della nave francese Maria Louise, che assistette al fatto e partecipò all'opera di salvataggio:

«Vidi passare il piroscafo italiano Sirio che navigava a tutto vapore. Facevo notare il suo passaggio al collega di bordo quando osservai che esso si era improvvisamente fermato... Vidi la prua alzarsi, inabissando la poppa. Non vi era più alcun dubbio: il Sirio aveva avuto un urto. Subito feci dirigere il Marie Louise verso il Sirio. Udimmo allora una violenta esplosione: le caldaie erano scoppiate. Poco dopo vedemmo dei cadaveri sulle onde, nello stesso tempo delle grida disperate che chiamavano soccorso giungevano alle nostre orecchie.»

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1898-07-04 (Y-m-d)
Sable Island (Nuova Scozia)


Poco prima delle cinque della mattina del 4 luglio 1898 La Bourgogne, in viaggio da New York a Le Havre, entrò in collisione con il veliero britannico Cromartyshire a circa 110 km a sud di Sable Island, al largo delle coste della Nuova Scozia. Sebbene l'area fosse avvolta da una densa nebbia, il transatlantico francese ed il vascello britannico viaggiavano entrambi a tutta velocità. Sin dai giorni immediatamente successivi alla tragedia iniziarono ad essere lanciate pesantissime accuse nei confronti dell'equipaggio e della sua condotta durante il naufragio. Se infatti tra i 506 passeggeri imbarcati si contarono solo 69 sopravvissuti, dei quali una sola donna e nessun bambino, tra i 220 marinai si registrarono ben 104 superstiti. Diversi passeggeri superstiti testimoniarono come i marinai durante l'evacuazione li avessero minacciati con dei coltelli per garantirsi un posto su una scialuppa. Diverso fu il comportamento degli ufficiali, che rimasero ai loro posti sino a quando la nave non colò a picco. Tra le vittime si registrarono molti statunitensi, ma anche emigrati italiani che rientravano in patria.

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1895-07-21 (Y-m-d)
Isola del Tino (La Spezia)


L’Ortigia aveva da poco lasciato Genova, con destinazione Massaua, in Eritrea, quando nei pressi dell’isola di Tino, quasi nello stesso punto in cui si era verificato l’impatto con l’Oncle Joseph, si scontra con la Maria P., un piroscafo di 53 metri di lunghezza, costruito a Sunderland, in Inghilterra, nel 1886.

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1891-03-17 (Y-m-d)
Gibilterra


L'SS Utopia è stato un piroscafo britannico costruito nel 1874 dai cantieri Robert Duncan & Co di Glasgow. Il 17 marzo 1891 affondò in soli 20 minuti nella baia di Gibilterra in seguito ad una collisione con la nave da battaglia HMS Anson. Nel naufragio perirono o risultarono dispersi 562 degli oltre 880 passeggeri imbarcati, principalmente emigranti italiani diretti negli Stati Uniti d'America, oltre ai membri dell'equipaggio e due soccorritori della HMS Immortalité. Assieme all'affondamento dei piroscafi Sirio e Principessa Mafalda fu una delle più gravi sciagure navali della storia dell'emigrazione italiana.

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1888-09-13 (Y-m-d)
porto di Las Palmas, nell'arcipelago spagnolo delle Canarie


Il Sud America I era un piroscafo italiano attivo lungo la rotta transoceanica tra Genova ed il Sud America. Affondò nel porto di Las Palmas de Gran Canaria il 13 settembre 1888. Alle prime ore del mattino del 13 settembre 1888 il Sud America I, salpato il 26 agosto da Montevideo e carico di circa 300 passeggeri, entrò nel porto di Las Palmas, nell'arcipelago spagnolo delle Canarie, per effettuare le operazioni di sbarco e rifornimento carbone. Alle 6 del mattino, mentre ancora era alla fonda, venne speronato dal piroscafo francese La France, diretto verso l'America meridionale. A causa delle dimensioni maggiori della nave transalpina, la cui stazza era di 4.575 tonnellate, il vascello italiano venne letteralmente investito. L'urto provocato dalla prua del La France aprì una falla sulla fiancata del Sud America I che in mezzora affondò a 15 metri di profondità. Pur trovandosi a soli 600 metri dalla riva, 81 passeggeri, in maggioranza emigrati italiani di ritorno dall'Uruguay e dal Brasile, e 6 membri dell'equipaggio morirono nella sciagura[7][8]. Molti di quanti perirono erano lavoratori che rientravano in Italia dopo lunghi periodi trascorsi nell'America meridionale. Per prevenire i furti e rapine durante il viaggio gli emigrati erano soliti nascondere il denaro guadagnato nel corso degli anni dentro la cinta o il panciotto. Questa precauzione si rivelò in questo caso fatale; molte delle vittime finirono con l'essere trascinate a fondo proprio dal peso delle monete.

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1888 (Y)
Traversata Oceano atlantico (tra Europa e Americhe)


Gli Stati Uniti e l'America Meridionale divennero le mete di milioni di italiani nella seconda metà del 1800 e primi del 1900. Navi sovraccariche, condizioni igieniche precarie, malattie, epidemie, insufficienza di cibo furono causa di numerose morti durante le traversate. Tra i tanti casi, possiamo citare i 52 morti per fame a bordo delle navi “Matteo Bruzzo” e “Carlo Raggio”, che partirono da Genova nel 1888 per il Brasile, i 24 morti per asfissia che si erano imbarcati sulla nave “Frisca”. Si ricordano poi coloro che, nel 1889, dopo essersi imbarcati sulla nave “Remo” capirono che il proprietario aveva venduto il doppio dei biglietti rispetto ai posti disponibili, tanto che a bordo esplose il colera. I morti furono buttati in mare. Il numero dei passeggeri scendeva di 4 o 5 al giorno. La nave fu respinta nei porti brasiliani in cui cercò soccorso. O ancora la tragedia della nave “Sirio” durante la quale morirono ben 500 emigranti.

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1880-11-24 (Y-m-d)
Isola del Tino (La Spezia)


Nella notte del 24 novembre 1880, l’Oncle Joseph, con 350 emigranti a bordo, urta l’Ortigia e affonda in soli otto minuti, muoiono 320 persone. Si accertò che l’Oncle Joseph, della compagnia Valery, aveva iniziato il suo viaggio da Napoli e avrebbe dovuto far scalo a Genova, per poi oltrepassare lo Stretto di Gibilterra e affrontare la traversata dell’Atlantico sino a Buenos Aires. Il bastimento trasportava un carico di circa 800 tonnellate di mercanzie, 264 passeggeri e 33 uomini d’equipaggio. I viaggiatori erano quasi tutti meridionali, in gran parte calabresi e molisani, che avevano deciso di lasciare la propria terra per emigrare in altri paesi. Sopravvissero soltanto 35 emigranti e 23 marinai.

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1880-08-24 (Y-m-d)
Costa Argentina


Il 24 agosto del 1880 il piroscafo italiano Ortigia, carico di emigranti viene speronato dal mercantile Oncle Ioseph al largo della costa argentina: 149 morti. «Accovacciati sulla coperta, presso le scale, con i piatti tra le gambe e il pezzo di pane tra i piedi, i nostri emigranti mangiavano il loro pasto come poveretti alle porte dei conventi. E’ un avvilimento dal lato morale e un pericolo da quello igienico, perché ognuno può immaginarsi che cosa sia una coperta di piroscafo sballottato dal mare, sul quale si rovesciano tutte le immondizie volontarie ed involontarie di quella popolazione viaggiante. L’insudiciamento dei dormitori è tale che bisogna ogni mattina far uscire sul ponte scoperto gli emigranti per nettare i pavimenti. Secondo il regolamento, i dormitori sono spazzati con segatura, occorrendo si mescolano disinfettanti, sono lavati diligentemente e asciugati. Ma tutte le deiezioni e le immondizie che si accumulano sui pavimenti, corrompono l’aria con forti emanazioni e la pulizia sarà difficile». [Teodorico Rosati, ispettore sanitario sulle navi degli emigranti]

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[lavori in corso..]

Sto cercando di raccogliere i tragici eventi in cui sono morti i migranti che viaggiavano dal loro paese in cerca di una vita migliore, un lavoro, una casa o sono stati costretti a fuggire perché la vita nel loro paese di origine era diventata impossibile.

Il lavoro di ricerca è immenso, sarà sempre incompleto, molte morti di migranti verificatesi in ogni luogo del mondo e in ogni periodo della storia rimarranno sicuramente dimenticate per sempre perché nessuno ha visto, ne ha parlato.

La traduzione è stata fatta attraverso traduttori online e potrebbe essere errata o da perfezionare, me ne scuso con tutti e aspetto indicazioni per le correzioni o i miglioramenti dei testi ritrovati.
Per segnalazioni, correzioni, modifiche e altro, potete contattarmi all'indirizzo e-mail posta@tizianostefanelli.it.

Titolare del dominio e curatore: Tiziano Stefanelli - cf stftzn66p06i449y - per contattarmi: posta@tizianostefanelli.it
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